Il granchio blu è velenoso? Ecco quanto è pericoloso per l’uomo

CONTINUA A LEGGERE

    No feed items found.

Il granchio blu di cui tutti parlano non è un animale autoctono del mar mediterraneo ma  una specie aliena, invasiva, che sta turbando il suo delicato ecosistema, meritando il soprannome di “killer dei mari”. Ma è davvero così pericoloso?

Da dove viene e come è fatto

É originario della costa orientale dell’America del Nord, dall’Atlantico settentrionale al Golfo del Messico. La sua natura onnivora e molto incline all’adattamento gli permette di vivere in ambienti molto vari dal punto di vista geografico e climatico. Il Callinectes sapidus può arrivare a 25cm di larghezza e 15 di larghezza. Deve il suo nome di granchio blu al caratteristico colore di zampe, chele e al bordo del carapace che rimane sulle tonalità del grigio.

È pericoloso per l’uomo?

Questa tipologia di granchio non è velenosa per l’uomo, salvo particolari casi di allergia ai crostacei in genere. La sua pericolosità è data principalmente dall’aggressività e dalle sue chele molto taglienti che possono provocare profondi tagli sui bagnanti che si imbattono in loro; alcuni giorni fa ad esempio a Marsala ad una bambina è stata suturata una ferita con otto punti.

Cosa si sta facendo

L’arrivo del  granchio blu nelle acque italiane non è di certo passato inosservato. Questo crostaceo, dal guscio blu e dalla taglia imponente, si sta propagando rapidamente. Questa invasione solleva preoccupazioni soprattutto riguardo all’equilibrio degli ecosistemi marini locali. Il granchio blu infatti si nutre di una vasta gamma di organismi , inclusi molluschi e piccoli pesci. Ciò potrebbe causare uno squilibrio nella catena alimentare non avendo molti predatori in un ecosistema non loro e alterare le dinamiche delle specie native.

Per affrontare questa invasione è necessaria una gestione orchestrata anche a livello politico. Gli scienziati e gli esperti marini stanno ancora lavorando per comprendere meglio l’andamento dell’invasione e le sue conseguenze, ma occorre subito fare qualcosa per contrastarne la diffusione. Il governo Meloni ha infatti stilato un decreto che prevede di incentivare economicamente i soggetti che si dedicano alla cattura e allo smaltimento di questo granchio, con uno stanziamento di 2,9 milioni di euro.

Una soluzione alternativa

Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo? Integrare questo crostaceo nella nostra alimentazione . Nel mondo della cucina italiana infatti , il granchio blu potrebbe rappresentare una nuova opportunità. Con la sua carne prelibata e gustosa, si presterebbe a diventare un ingrediente in più per piatti tradizionali e innovativi. Molti chef hanno già iniziato a sfruttare la sua polpa delicata per creare piatti gourmet che sposano sapori locali con l’influenza  di questa nuova specie.

L’invasione del granchio blu in Italia rappresenta senza dubbio una sfida complessa che richiede un lavoro coordinato per farvi fronte. L’impatto sull’ecosistema marino naturalmente suscita molte preoccupazioni ma  l’opportunità di arricchire la cucina locale con nuovi sapori non può essere ignorata.

Leggi anche