Questa marca di pesto fa male: attenzione non mangiarla

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Da sempre la cucina è uno degli argomenti più divisivi anche in contesti molto ristretti, che diventa vero e proprio “scontro culturale” in ambiti più grandi. Siamo pronti quasi sempre a considerare molto sopra la media i cibi che conosciamo, come il pesto alla genovese, pur comprendendo che le varianti confezionate sono meno salubri. Ma quale marca di pesto bisogna evitare?

ll pesto è uno dei piatti tipici del nostro paese, quasi impulsivamente legato alla Liguria, che fa ricorso a tendenzialmente pochi ingredienti che sono basilico, pinoli, aglio, olio d’oliva, tutti tipici della cucina mediterranea. Importanti sono i pinoli che fanno riferimento ad un prodotto ancora piuttosto costoso in quanto la loro coltura è ancora qualcosa di relativamente complesso.

Il pesto viene utilizzato in tanttissimi modi, e può presentare diverse varianti a seconda della qualità del basilico ma anche dei pinoli, fino all’olio d’oliva, anche se i “puristi” fanno ricorso a meno ingredenti possibili. Questo piatto è stato anche considerato potenzialmente cancerogeno da alcuni studi, in particolare un’università britannica che alcuni anni fa ha presentato alcuni risultati in merito in particolare all’effetto sull’organismo da parte del basilico, che in realtà non è cancerogono o “malevole” in quanto contiene effettivamente il metileugenolo  una sostanza che in quantità elevate è tossica, ma il consumo dovrebbe essere spropositato per risultare effettivamente dannoso.

Pesto alla Genovese, quale scegliere?

Discorso apparentemente diverso per le tipologie di pesto confezionato che per forza di cose data questa natura devono contenere degli elementi aggiuntivi sia per essere conservato a lungo ma anche per rendere più agevole la preparazione e l’applicazione.

Quindi le marche che fanno ricorso alla parola “pesto” ma che ad esempio nella lista degli ingredienti contengono prodotti come estratti di basilico, aromi al basilico o categorizzazioni non meglio specificate vanno evitate, in quanto si tratta di prodotti surrogati del basilico e degli altri ingredienti, non essendo presenti nativamente, spesso per ridurre i costi, sono impiegati prodotti che non hanno niente a che fare con quelli naturali, come emulsionanti e semplici aromi non naturali. In generale bisogna anche fare attenzione al contenuto di sale che però anche nella ricetta originale è presente, ma che nelle versioni confezionate ha anche una funzione di conservante, soprattutto per le edizioni che non vanno nel banco frigo.

Generalmente un pesto di buona qualità di tipo confezionato presenta meno ingredienti possibile e soprattutto deve presentare almeno una ridotta quantità di pinoli.

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