Acqua che fa male: questa marca è dannosa non comprarla

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In Italia è particolarmente viva la tradizione che porta ogni anno un enorme commercio di acqua in bottiglia, condizione che spesso viene contestata, in particolare dai cittadini delle grandi città, che possono avere a disposizione anche la tradizionale acqua di rubinetto di buona qualità. Ma quale acqua “fa male”?

Scegliere l’acqua in bottiglia non è qualosa di formalmente molto ragionato: quasi sempre la totalità dei cittadini che ne fanno ricorso sono soliti affidarsi a brand che costituiscono l’abitudine personale, quasi sempre inoltre le classificazioni sono generalmente due, la tradizionale acqua liscia e quella frizzante, ma anche queste categorizzazioni possono essere soggette a sotto categorie.

Molti nutrizionisti però evidenziano una forma di abitudine tendenzialmente errata che è alla base dell’acqua in bottiglia, anche perchè molte notizie improntate sulla nocività di quella di rubinetto, spesso considerata eccessivamente “dura” ossia troppo ricca di elementi come il calcare, non sembrano trovare fondamento.

Acqua fa male
L’acqua in bottiglia può fare male? Ecco a cosa fare attenzione

E’ quindi una questione culturale, ma quale acqua può fare male?

Sono diverse le marche considerabili “migliori” di altre, ma in generale si parla di considerazioni molto legate al gusto personale, tra chi preferisce una particolarmente carica di potere digestivo, a chi invece intende utilizzare una maggiormente dotata di capacità diuretiche.

Non tutte le forme di acqua sono adatte a tutti, ad esempio quelle molto ricche di sali minerali, definite dal tasso di residuo fisso, sono imporntate esclusivamente per i consumi sportivi oppure sotto prescrizione medica, queste non risultano essere “nocive” ma possono conferire problemi a tutti gli altri utilizzatori, si parla di acqua molto carica di sali minerali se presenta livelli di residuo fisso pari o superiori ai 1000 mg/l.

Importante anche valutare la presenza di sodio che in ridotte quantità è decisamente utile ma che spesso è presente anche in svariate forme di prodotti quindi quando possibile di norma, è meglio optare per categorizzazioni di acqua povere di sodio, magari su livelli inferiori a 20 mg/l (per essere potabile l’acqua deve contenere al massimo 50 mg/l).

In linea di massima con le varie tipologie di acqua da bere si può stare tranquilli, in quanto la produzione viene strettamente regolamentata ed ottimizzata, con controlli molto specifici. Può essere una buona idea consultare il proprio medico o il proprio nutrizionista così da trovare effettivamente la tipologia e la marca più adatta al nostro fabbisogno ma anche alla nostra forma di gusto personale.

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