La situazione economica del nostro paese non “se la passa benissimo” come risulta evidente da vari fattori: tra questi spicca in particolare una generale forma di preoccuapazione che è stata evidenziata anche da fattori non esclusivi dell’economia italiana, come i tassi sui mutui, che secondo i dati della Banca d’Italia sono aumentati.
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I tassi sui mutui costituiscono un vero e proprio valore comune che identifica vari elementi dell’aspetto sociale ed economico di una nazione, essendo il mutuo uno strumento indispensabile per la maggior parte dei cittadini per acquistare beni dall’alto valore effettivo, generalmente impiegato per acquisire la proprietà di immobili come la tradizionale casa. I tassi sono nella maggior parte dei casi variabili anche se molto dipende dal tipo di accordo siglato, e questi fattori, che indicano sostanzialmente la quota di interessi che il cittadino deve effettivamente saldare a cadenza regolare è da sempre un fattore importante in quanto con un incremento è naturale pagare di più.
I fattori che influenzano i tassi sui mutui sono parecchi ma mai casuali, negli ultimi mesi sono state anche entità sovranazionali come l’Unione Europea ad aumentare i tassi in maniera generalizzata come “freno” nei confronti dei livelli di inflazione sensibilmente elevati ed in aumento, trattandosi di una strategia calcolata che però inevitabilmente mette in difficoltà molte fasce di cittadino. Ad avere un più che discreto potere in fase applicativa sono però le banche nazionali dei paesi che compongono l’Eurozona come la Banca d’Italia nel caso del nostro paese.
Anche la Banca d’Italia ha il potere di agire aumentando i tassi sui mutui secondo le varie direttive da parte dello stato essendo il principale ente bancario ma anche la forma più importante di esponente dello stato in ambito finanziario: come rilevato dai dati di agosto 2023, i tassi sui mutui risultano essere pari al  4,67 per cento, in lieve rialzo rispetto al 4,58 di luglio, nei confronti di quelli a tasso variabile e fisso, con questi ultimi attestati su una percentuale del 4,32 per cento.
Cosa significa questo? Ovviamente che in prospettiva chi ha già un mutuo attivo si troverà a pagare sensibilmente di più sulle singole rate, ma la condizione risulta essere ancora sensibilmente peggiore nei riguardi di chi deciderà di aprire un mutuo nei prossimi mesi, con la condizione che secondo diversi fattori potrebbe portare un altro sensibile aumento fino all’inizio del prossimo anno. In percentuale, calcolando come esempio un mutuo dalla durata trentennale per un importo pari a 100 mila euro, una condizione simile farà costare l’importo della rata mensile poco più di 510 euro.
Il periodo spesso scelto per aprire un mutuo è all’inizio dell’anno solare, quando anche la Banca d’Italia risulta essere meno “punitiva” ed il decorso della situazione economica appare in variazione.
Attraverso il portale della Banca d’Italia è possibile avere una forma di “panoramica” effettiva dei costi del mutuo sotto forma di una proiezione effettiva, seguendo questo link specifico.
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